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Corriere della Sera – Insinna e i fuorionda della vergogna

Corriere della Sera – Insinna e i fuorionda della vergogna

Corriere della Sera – Insinna e i fuorionda della vergogna

La miccia? Il discorso da Berlinguer «Ma io lo difendo: ecco perché»
 
Pare che qualcuno non abbia gradito per niente il discorso che Flavio Insinna ha fatto qualche settimana fa nel programma di Bianca Berlinguer. Quello diventato presto virale, in cui parlava — con estrema calma e buonsenso — di diritti fondamentali, di uguaglianza, di gentilezza. E quindi, dietro il servizio di «Striscia la notizia» con le sfuriate fuorionda del conduttore di «Affari tuoi», ci sarebbe il desiderio di una (o più persone), di certo a stretto contatto con Insinna, di rivelare a più gente possibile che il presentatore mite e gentile, in fondo, così mite e gentile non è. In un primo momento, almeno stando ai commenti che si sono moltiplicati sui social network subito dopo la messa in onda del servizio, verrebbe da dire che la missione di questa (o queste, chi lo sa) gola profonda che si confonde tra pacchi e contropacchi è riuscita.
Insinna non è apparso certo come un gran signore, e non tanto per le parolacce dette in studio, in apparenza per recuperare un clima, un’atmosfera che non lo divertiva, almeno in quella puntata. Il peggio — senza dubbio — arriva dopo, quando si sentono i commenti del conduttore sui suoi concorrenti, chiamati con appellativi poco teneri, «figli di un dio minore», giudicati per il loro aspetto, con particolare enfasi nei confronti di «una nana della Valle D’Aosta» che avrebbe avuto l’ardire, oltre a essere bassa, anche di parlare in puntata con le mani davanti alla bocca. Ma in questa vicenda assai poco simpatica, c’è un altro aspetto da tenere presente, e non a difesa di Insinna, ma solo come cronaca dei fatti.
Queste ultime sfuriate contro chi partecipa al gioco di Rai1 e gli autori del programma, sarebbero avvenute, secondo fonti della Rai, in una riunione di redazione, quindi in un contesto privato, con un numero molto limitato di persone che potevano sentire (e, sciaguratamente, registrare) le sue imprecazioni. Diciamo che se le parolacce urlate in studio erano più a rischio diffusione, probabilmente Insinna non immaginava che i poco galanti rimproveri fatti ai suoi autori sarebbero mai stati trasmessi in tv, un giorno. Da «Striscia la notizia» fanno sapere invece che la realtà non sarebbe questa, e che anche la seconda parte degli insulti sarebbe stata fatta in studio, davanti al pubblico.
A prescindere da tutto viene comunque da chiedersi: se Insinna parla così sono — nemmeno a dirlo — affari suoi e ne paga le conseguenze oppure scatta quel mini esame di coscienza che porta a domandarci se siamo assolutamente sicuri che il principio valga anche per noi? Ogni frase che diciamo, anche in un contesto che crediamo perlomeno riservato, potrebbe essere registrata e mandata in onda senza il rischio di vergognarcene tremendamente? Chissà. La certezza è che a Insinna è successo. E anche che «Striscia la notizia» ha altri elementi, per questo tornerà a occuparsi di lui. Nel frattempo è già arrivato però il sostegno del direttore di Rai1 Andrea Fabiano che, su Twitter, ha scritto: «Solidarietà totale, umana e professionale a Flavio Insinna».
(Corriere della Sera/Chiara Maffioletti, 24 maggio 2017)

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